domenica 30 novembre 2014

Recensione Geometry Wars³ Dimensions

Nato come semplice omaggio ad Asteroids nel garage di Project Gotham Racing 2, Geometry Wars si è via via evoluto, guadagnando nel frattempo consensi ad ogni sua uscita, fino ad arrivare a questo Dimensions, da poco disponibile per PC, PS3, PS4, Xbox One e Xbox 360.












Creato da Lucid Games, una compagnia formata da ex programmatori della defunta e compianta Bizarre Creations, Geometry Wars³ Dimensions amplia i precedenti capitoli grazie alla Modalità Avventura, una serie di 50 e passa livelli in cui affronteremo varie modalità, alcune riprese dal passato, altre nuove di zecca, come gli scontri con i boss, dovendo raggiungere solitamente dei punteggi prestabiliti per guadagnare da una a tre stelle e poter proseguire così il nostro cammino. La novità più eclatante di questo Dimensions è che i livelli non saranno più solo bidimensionali ma potranno essere ambientati anche su griglie tridimensionali, richiamando alla memoria giochi come Super Stardust. Fermo restando la necessità di raccogliere i Geom lasciati dai nemici distrutti per aumentare il moltiplicatore del punteggio, la seconda novità è la possibilità di scegliere, una volta sbloccati superando i boss, vari tipi di drone che ci aiuteranno nella nostra missione. Da quello classico d'attacco a quello di difesa, passando per il cecchino o di raccolta. Ogni drone poi può essere equipaggiato con una super a scelta, anche'essa potenziabile, che permetterà, ad esempio di depositare mine, lanciare una pioggia di missili o risucchiare i nemici. Immancabile la modalità multigiocatore, che permette fino a 4 amici di sfidarsi o cooperare. Probabilmente Geometry Wars³ Dimensions è meno immediato e più difficile degli espisodi precedenti, ma sicuramente più tattico e longevo. VOTO 8/10





venerdì 28 novembre 2014

Recensione Biohazard HD Remaster

Ri-ri-benvenuti al survival horror! Resident Evil è diventato maggiorenne e Capcom, sempre a caccia di guadagni facili e con poca fatica, festeggia l'evento regalandoci il remaster del remake di un capolavoro.















Facciamo un po' di ordine, nell'ormai lontano 1996 Shinji Mikami si ispira a titoli come Sweet Home e Alone in the Dark e con Resident Evil per PlayStation conia il termine survival horror. Nel 2002 ne crea un remake per Gamecube che, usufruendo della maggiore potenza disponibile, risulta ovviamente una gioia per gli occhi e allo stesso tempo rinnova, senza stravolgere, il titolo originale. Vengono aggiunte delle zone inedite da esplorare, alcune delle quali tagliate durante la lavorazione dell'episodio per PlayStation, e cambiati buona parte dei puzzle. Inoltre si fa la conoscenza di nemici, come i Crimson Head, e vengono introdotte novità che svecchiano un poco il gameplay, tipo la possibilità di dare fuoco ai nemici (ripresa da Mikami in The Evil Within) o l'uso delle armi difensive. Mikami stesso arrivò a dire che per il 70% erano due giochi diversi, come non credergli? Ora è il turno di questo Biohazard HD Remaster (da noi uscirà come semplice Resident Evil) e, a ben vedere, le uniche novità introdotte in questo remaster sono una grafica ancora più dettagliata, con la possibilità di scegliere il formato dello schermo tra il classico 4:3 e il widescreen, i costumi extra della BSAA e, udite udite, la presenza di nuovi comandi, che affiancano quelli legnosi, irritanti e spesso senza senso dell'originale, specie a rigiocarci ora. Spesso mi sono imbattuto in persone che non avevano avuto la fortuna di giocare RE su PlayStation, vuoi perchè all'epoca ancora bevevano il latte coi biscotti Plasmon dal biberon (oddio, io lo faccio ancora oggi), vuoi perchè all'epoca i videogiochi erano ancora un passatempo di nicchia rispetto ad oggi, e recuperandolo in tempi recenti erano rimasti piacevolmente attratti dal gameplay nudo e crudo ma si erano arenati contro il muro insormontabile dei controlli. Ma adesso, anche se i nostalgici possono tilizzare quello classico semplicemente usando la croce digitale, finalmente Chris e Jill seguono le indicazioni che diamo loro con lo stick analogico e anche se nei cambi di inquaratura può esserci un attimo di smarrimento, basta fermarsi un secondo e poi ripartire secondo logica.  Con questa novità il cerchio si chiude, non si hanno più scuse e giovani e meno giovani potranno giocare o rigiocare un vero classico, la vera essenza del survival horror, prima che il gioco Capcom prendesse la deriva action che l'ha portata ad essere non dico una serie brutta ma sicuramente diversa. VOTO 8.5/10

mercoledì 26 novembre 2014

lunedì 24 novembre 2014

Data di uscita per Tales from the Borderlands

Tales from the Borderlands - Ep 1: Zero Sum, primo episodio dell'avventura firmata Telltale Games e ispirata all'universo creato da Gearbox Software, sarà disponibile il 3 dicembre. Ambientata nel duro mondo di Pandora dopo gli eventi di Borderlands 2, questa storia piena di umorismo nero segue due avventurieri alla ricerca dell'immortalità. Il giocatore interpreta Rhys, un dirigente Hyperion che sogna di essere il nuovo Handsome Jack, e Fiona, un'imbrogliona di Pandora che sta cercando di portare a termine il più grande inghippo della sua vita. I due sono uniti dal desiderio di recuperare dei contanti che entrambi ritengono di loro proprietà. Insieme partono per una cavalcata selvaggia in cui gangster, banditi e trafugatori di casseforti rappresentano solo alcuni degli ostacoli.





 

giovedì 20 novembre 2014

Recensione Folkstone - Oltre... l'Abisso

 FolkStone - Oltre... l'Abisso

01. In caduta libera
02. Prua contro il nulla
03. La tredicesima ora
04. Mercanti anonimi
05. Respiro avido
06. Manifesto sbiadito
07. Le voci della sera
08. Nella mia fossa
09. Fuori sincronia
10. Soffio di attimi
11. L’ultima notte
12. Ruggine
13. Tex
14. Oltre…l’abisso




Ho ascoltato a lungo questa quarta fatica dei bergamaschi Folkstone, fautori di un medieval folk rock con venature metal e cantato in italiano, e più ascoltavo a ripetizioni le tredici canzoni (una è la cover di Tex dei Litfiba) più una domanda mi balenava nella testa. Perchè mandare quell'inutile oca spennata di Emma Marrone all'Eurovision 2014? Chi è quel malato di mente che ha deciso di farci rappresentare da una buona solo per far vedere la patata al pubblico? Forse per lo stesso motivo per cui vendono migliaia di copie fenomeni come Gigi D'Alessio o Rocco Hunt. Lobotomizzazione di massa o totale ignoranza sono le due ipotesi che mi sono venute in mente. Una qualsiasi delle canzoni di Oltre... l'Abisso vale più di tutta la discografia dei tre "artisti" di cui sopra. Difficile trovare una canzone preferita, non c'è un solo filler, un solo episodio meno riuscito messo solo per far numero. Impressionante!
VOTO 8.5/10


mercoledì 19 novembre 2014

Recensione Escape Dead Island

Se la qualità generale è quella dei primi due capitoli è meglio fuggire da Dead Island.
















Sviluppato dallo studio svedese Fatshark, Escape Dead Island è uno spin-off che si distacca dalla story line e dallo stile grafico della serie principale, ma fortunatamente anche dalla sua scialbissima narrazione. Sarann o stati proprio la visuale in terza persona e la grafica in cel shading ma nel primo livello si ha la sensazione di trivarsi di fronte ad un clone di Yaiba Ninja Gaiden Z. Nei panni di un incrocio tra una sottospecie di spia ed un ninja bisogna infiltrarsi in un complesso scientifico infestato da zombi. Katana alla mano, il nostro obiettivo è cercare i documenti su un vírus che sta trasformando gli umani in morti viventi. Purtroppo la pacchia dura poco e nell'avventura vera e propria prendiamo il controllo del reale protagonista del gioco: il classico belloccio figlio di papà che, insieme a fidanzata e amico (suo non della fidanzata, ma non si sa mai), deve recarsi sull'isola di Narapela per fare un reportage giornalistico ed ottenere la pubblicazione sulla rivista del padre. In teoria una passeggiata, che si trasforma ben presto in un incubo diviso in dodici missioni e dalla durata all'incirca di sei ore. La poca varietà di nemici da abbattere e le poche armi a disposizione, perlopiù mazze, asce ed altre armi bianche da potenziare ma ci sono anche la pistola ed un fucile, rendono l'azione piuttosto ripetitiva e raccoglire informazione o scattare foto non salvano la situazione Consigliato ai fan della serie, se poi lo trovate a prezzo ribassato ancora meglio. VOTO 6/10

lunedì 17 novembre 2014

venerdì 14 novembre 2014

Recensione Toybox Turbos

Si scrive Toybox Turbos ma si legge Micro Machines
 Dal 1991 ha divertito migliaia di giocatori e dato vita a molti seguiti e innumerevoli cloni, ma dall'ultimo episodio sono passati ben otto anni e solo ora Codemasters, in piena crisi d'identità e realizzativa, ha pensato di riesumare una delle sue serie di maggior successo. Sto parlando ovviamente di Micro Machines, che torna in formato digitale e sotto mentite spoglie mentre, per fortuna, gameplay e divertimento sono rimasti gli stessi di un tempo. Un tempo in cui il titolo Codemasters era una costante per le sfide fratricide tra amici assieme a International Superstar Soccer e Super Bomberman, poi arrivarono Winning Eleven e TimeSplitters 2 col suo quadruplo split screen, ma questa è un'altra storia. 


Come Micro Machines, anche Toybox Turbos raggiunge l'apice del divertimento nel multigiocatore, sia in locale che online, ma per apprezzare meglio le sfide tra amici è necessario sbloccare i veicoli e prendere confidenza con le piste, ricavate come da tradizione su tavoli da gioco, fornelli, banchi di scuola e l'immancabile tavolo da biliardo e piene di scorciatoie e pericoli. Questo è possibile solo grazie alla modalità singola, che consiste in sette coppe dalla difficoltà crescente, ognuna composta da un numero variabile di sfide di diverso tipo. Dalla gara Classica, in cui si gareggia contro tre avversari in una corsa di tre giri, alla Prova a tempo, dove bisogna impiegare meno del tempo indicato per completare sempre i tre giri, passando per il Sorpasso, dove, come dice il nome stesso, si devono superare un certo numero di veicoli. Più divertente è correre a tutta nella Fuga, per cercare di scappare e resistere alla marea che ci insegue, mentre in Countdown lo scopo è accumulare più secondi possibili raccogliendo i cronometri  sparsi lungo il circuito. Ogni prova, a seconda del risultato ottenuto, permette di guadagnare da una a tre stelle. Una volta ottenute quelle necessarie è possibile sfidare il boss di ciascuna coppa in una gara testa a testa, in cui bisogna distanziarlo per ottenere un punto e farlo perdere all'avversario. Ovviamente ogni mezzo è lecito e ci sono armi migliori di altre, ad esempio il martello permette di distruggere l'altra auto e guadagnare in automatico un punto. Solo battendo il boss si sblocca la coppa successiva e si guadagna il veicolo dell'avversario, mentre gli altri mezzi bisogna comprarli usando le monete raccolte in pista e quelle vinte per ogni gara. Ce ne sono per tutti i gusti, dai taxi e gli autobus della prima coppa ai mezzi da cantiere, come rullo, betoniera e ruspa della Coppa dei Costruttori, e ogni mezzo si differenzia per velocità, manovrabilità e peso. Inoltre è possibile personalizzarne il colore, fattore indispensabile per riconoscere il proprio mezzo nel marasma delle sfide multigiocatore. La grafica svolge bene il suo compito mentre il sonoro si fa segnalare solo per i suoi dei clacson, che variano a seconda del mezzo. Buoni i controlli e semplici i comandi, con un tasto per accelerare ed uno per usare le armi (e suonare il clacson)... ci sarebbe anche il freno ma non vorrete farmi credere che lo userete.VOTO 8/10








mercoledì 12 novembre 2014

Disponibile il primo DLC per PES 2015

Ancora prima dell'uscita ufficiale del gioco è disponibile il primo aggiornamento per titolo calcistico targato Konami. Questo DLC aggiorna le rose delle squadre, aggiunge nuovi scarpini e nuove squadre, inoltre sono stati aggiornati i font per numeri e nomi di alcune divise. Grazie anche alla mini patch già uscita ora si inizia a ragionare, ma devono mettermi il Malmoe.






















martedì 11 novembre 2014

Recensione LEGO Batman 3: Gotham e oltre

Sto iniziando a odiare i mattoncini danesi... e pure l'uomo pipistrello!

















Invece i Traveller's Tales non li posso vedere da parecchio, esattamente dai tempi della prima PlayStation. Il motivo? Rascal! Questo gioco doveva essere uno dei primi giochi a supportare l'alta definizione sulla console Sony -dalle foto sembrava davvero massiccio- peccato che in movimento facesse venire il mal di mare grazie alla telecamera ballerina e che la grafica fosse alla fine abbastanza ordinaria. Delusione totale, a dir poco! Da allora me la sono legata al dito e i Traveller's Tales mi stanno sulle balle, devo però ammettere che con la serie LEGO si sono riscattati, trovando allo stesso tempo la loro gallina dalle uova d'oro. Questo LEGO Batman 3 non fa eccezione, collocandosi tecnicamente al livello del precedente LEGO Marvel Super Heroes ma accantonandone la struttura open world a favore di quella tipica e più lineare della serie. Il gameplay resta immutato, un riuscito mix di platform, picchiaduro e semplici enigmi da risolvere costruendo oggetti oppure usando a nostro favore i tanti costumi speciali da sbloccare, giocando nei panni di Batman, Robin e altri personaggi più o meno famosi appartenenti all'universo DC Comics. Indubbiamente i primi livelli sono molto divertenti da affrontare, specie giocando con un amico, ma ripetere sempre le stesse azioni rischia di annoiare presto. Il mio consiglio è di assumere LEGO Batman 3 a piccole dosi, massimo due livelli per giorno, meglio se prima dei pasti, altrimenti rischia di diventare indigesto.
VOTO 7.7/10

sabato 8 novembre 2014

Recensione Pro Evolution Soccer 2015

Tanto bestemmiò che, alla fine, piovve!

















Finalmente ho messo le mie manone su PES 2015! Quest'anno alla Konami hanno deciso di posticipare l'uscita a novembre per non scontrarsi col titolo rivale FIFA 15 che, spiace ammetterlo, è da parecchie edizioni che batte il mio gioco di calcio preferito, praticamente tutte quelle uscite su Xbox360/PS3. Scelta giusta e condivisibile avevo pensato, meno concorrenza e, uscendo dopo la fine del calciomercato, avremo finalmente le rose aggiorn... uhm, Balotelli ancora al Milan, Di Maria tra le fila del Real, Falcao al Monaco... Vabbè, pazienza, l'unica cosa da fare è darci sotto con l'editor, in attesa di qualche file opzioni o patch che aggiornino trasferimenti e mettano riparo all'altra grave mancanza storica di PES, le licenze. Mi sta bene voler strizzare l'occhio ad altri mercati, mi piacciono il campionato argentino e quello brasiliano, ma che me ne faccio se poi quello inglese ha, come sempre, la maggior parte delle squadre inventate e la bundesliga è inesistente se non per le squadre che partecipano alla Champion's League? Come appena detto la palla qui passa ai modder, la base su cui lavorare c'è e vedremo anche se sarà possibile aggiungere i tatuaggi ai corpi dei giocatori. Non so se questa assenza sia da imputare ad una pecca del Fox Engine, alla mancanza di tempo, come la pioggia nella passata edizione, ora implementata con discreti risultati, oppure ad una crociata di qualche programmatore cristiano che lavora alla Konami perchè, lo saprete benissimo, i tatuaggi sono una tecnica di consacrazione a quel simpaticone di Satana. Misteri e scherzi a parte, vedere la pelle di un giocatore tatuato a caso, facciamo Vidal, linda e pinta stona con la cura maniacale usata nel ricreare le sembianze dei calciatori. Ovviamente non aspettatevi di riconoscere un calciatore militante nella Serie B italiana ma, a parte qualche rara eccezione, in questo campo PES 2015 batte FIFA 15 per manifesta inferiorità. Anche i campi di gioco appaiono ben curati, non so se le possibilità di scelta tra campo bagnato o asciutto ed erba tagliata corta o alta possano incidere ma credo di averli visti rovinarsi nel corso della partita. Ma di questo non sono sicuro, potrei essermelo sognato mentre incredulo, con Robben, ubriacando i difensori avversari e saltandoli come birilli, mi involavo verso la porta del povero Casillas e lo fulminavo con un sinistro potente e chirurgico allo stesso tempo. Incredulo perchè finalmente, com'è giusto che sia, si può dribblare un avversario senza per forza dover padroneggiare il sistema di finte con lo stick analogico destro, ma solamente usando sapientemente i cambi di direzione e il tasto della corsa. Finalmente i difensori non sembrano automi che intercettano la palla sempre e comunque, finalmente se sbagliano il tempo dell'intervento e vengono superati non ti recuperano in maniera innaturale, se poi controlli un tipino alla Rooney ti possono solo sparare. L'essenza stessa di PES è quindi tornata ma in questa nuova edizione è ampliata e migliorata dal fattore stanchezza. Non so voi, ma per quanto mi riguarda con i vecchi PES/WE per PS2 o Wii, nelle sanguinarie sfide tra amici eravamo soliti giocare con le regole tipiche del calcio vero della metà degli anni sessanta, ovvero nessuna sostituzione, a parte ii casi di infortunio o espulsione (ma molti se ne infischiavano anche di queste eventualità). In PES 2015 questa regola è stravolta, perchè al settantesimo molti giocatori saranno cotti e pascoleranno per il campo, sarà quindi necessario e vitale usufruire di qualche cambio. Certo che dei menù più funzionali per gestire squadra, tattiche e sostituzioni sarebbe cosa assai gradita ma, forse, ai giapponesi piace complicarsi la vita. Per il resto, dalla prima vent... facciamo trentina di partite fatte, si notano subito i grossi passi in avanti (diciamo più dei balzi alla Carl Lewis) rispetto all'acerbo PES 2014: le animazioni sono migliorate, ora i movimenti sono più fluidi e la risposta ai comandi più immediata ma sopratutto è scomparso quell'antiestetico strattonarsi spalla a spalla all'infinito dei due giocatori che entravano in contatto. I portieri mi sono sembrati piuttosto reattivi tra i pali (Neuer e Courtois a volte paiono dei polipi), specie nei tiri da fuori area, gli arbitri, al solito, a volte lasciano correre un fallo palese per poi  subito dopo sanzionarne uno meno grave con un cartellino, comunque nel complesso dirigono bene. Altra cosa particolare è che le partite possono protrarsi ben oltre il tempo del recupero, ad esempio in una partita con 4 minuti di recupero era il 98' quando l'arbitro ha fischiato la fine. L'audio presenta, forse per la prima volta (ripeto con PES 2014 non ci ho giocato) le urla dei giocatori quando vengono azzoppati da un avversario, a questo punto manca solo il sangue e siamo a posto. Peccato che il commento in italiano non sia assolutamente all'altezza... dopo anni con l'accoppiata Pardo/Nava tocca ora a Caressa coadiuvato dallo zio Bergomi e non credevo di dover rimpiangere i primi due. Pillole pre partita che fanno venire l'orticaria dopo la terza gara, poche frasi pronunciate senza nessuna enfasi, davvero sembra che tutto progredisca mentre i doppiaggi dei giochi sportivi restino uguali o, addirittura, regrediscano. Non l'avrei mai detto ma quasi rimpiango le agghiaccianti telecronache di Giacomo Bulgarelli e Massimo Caputi e comunque io rivoglio Jon Kabira, solo lui è degno di commentare Winning Eleven o PES, solo le sue esclamazioni completavano un gameplay che gasava già di suo.
VOTO 8.5/10


giovedì 6 novembre 2014

Arrestato Phil Rudd, il batterista degli AC/DC

Dopo la demenza che ha colpito Malcom Young, costringendolo a lasciare il gruppo, arriva un altro duro colpo per i mitici AC/DC. Phil Rudd è stato arrestato e poi rilasciato su cauzione in Nuova Zelanda con l'accusa di possesso di stupefacenti e quella, ben più grave, di aver assoldato un sicario per eliminare due persone. Vicenda simile a quella di Tim Lambesis, frontman degli americani As I Lay Dying, ora in carcere per aver pagato un killer con lo scopo di liberarsi della moglie. Speriamo che nel caso di Phil Rudd l'accusa si riveli infondata e il batterista possa seguire i suoi compagni nella promozione dell'imminente nuovo album.

Recensione Tropico 5

Che gusto c'è ad essere dittatori senza mouse?


















Tropico, dietro un nome più adatto ad una crema solare che a un videogame si cela una serie di giochi gestionali nata nel 2001, dal terzo episodio disponibile anche sulla console Microsoft. E fin dal 2009 gli incauti acquirenti della versione X360 hanno dovuto bestemmiare non poco per il maldestro adattamento dei controlli. Bene, sarete felici di sapere che i programmatori non hanno fatto nulla per migliorare l'ergonomia dei menù e navigare tra di essi alla ricerca della voce che ci interessa è una cosa allucinante. Certo, con il tempo la situazione migliora, ma per allora molti avranno già abbandonato i loro sogni di dittatore. Peccato perchè a livello di modalità di gioco disponibili ora c'è una scelta più varia, tra cui anche la possibilità del multiplayer, sia cooperativo che competitivo. Sicuramente un gioco che saprà regalare ore di divertimento agli appassionati più tenaci, gli altri lo odieranno. VOTO 5/10

mercoledì 5 novembre 2014

Derby milanese in PES 2015

In attesa di provarlo con mano, gustiamoci questo nuovo video dell'atteso PES 2015 e incrociamo le dita.

martedì 4 novembre 2014

Recensione Call of Duty: Advanced Warfare

Puntuale come una cambiale in scadenza arriva nei negozi il nuovo episodio di Call of Duty. La solita minestra insipida e riscaldata oppure i programmatori si saranno inventati qualcosa di nuovo?














Dopo il pessimo, a mio parere e non solo, CoD: Ghosts della stagione passata, Activision ha commissionato il nuovo episodio della sua fortunata serie a Sledgehammer Games, che si è occupata delle versioni next gen, e High Moon Studios, che ha sfornato le versioni per le vecchiotte, ma ancora combattive, Xbox 360 e PS3. La scelta di ambientare il gioco in un ipotetico futuro datato 2054 si è rivelata, a conti fatti, lungimirante e azzeccata, in quanto ha permesso di variare un minimo le carte in tavola. Attingendo a titoli concorrenti, Crysis ad esempio, Advaced Warfare ci mette nei panni di un soldato dotato di un esoscheletro, grazie al quale può zompettare allegramente lungo il percorso, atterrare dolcemente dopo un salto ed eseguire altre piacevoli azioni che, sebbene appaiano a volte abbastanza forzate e guidate, riescono nell'intento di spezzare la monotonia del classico "avanza, elimina tutti i nemici, avanza di nuovo". Anche le armi, pur rimanendo piuttosto classiche, appaiono svecchiate e ben più interessanti da usare. Tra l'altro, abbandonato l'HUD classico, il gioco ci mostra tutte le informazioni necessarie tramite ologrammi dall'arma equipaggiata.
Anche graficamente Advanced Warfare si difende bene ed aiuta la Xbox 360 a mentire sulla sua carta d'identità ma è pur sempre il solito CoD, oovvero un gioco pensato per il multiplayer, con una campagna in singolo messa li apposta per attirare anche chi se ne frega dell'online e giustificare il prezzo immorale di 64 euro. Sicuramente la campagna è più divertente e varia che in passato ma è comunque troppo corta, addrittura 4 ore e mezza per i più bravi (Dino, tu manco ti ci scalderai, magari giocalo bendato e con una mano dietro la schiena). VOTO 6/10

Famitsu da i numeri...

Ecco le ultime recensioni della famosa rivista giapponese, la speranza per PES è molta ma l'impressione è che ormai i redattori di Famitsu siano molto, troppo, di manica larga.

  • Call of Duty: Advanced Warfare (PS4) – 10/9/9/10 [38/40]
  • Call of Duty: Advanced Warfare (XBO) – 10/9/9/10 [38/40]
  • Call of Duty: Advanced Warfare (360) – 10/9/9/10 [38/40]
  • Call of Duty: Advanced Warfare (PS3) – 10/9/9/10 [38/40]
  • Captain Toad: Treasure Tracker (Wii U) – 8/9/9/8 [34/40]
  • Cocoto: Alien Brick Breaker (3DS) – 6/7/6/6 [25/40]
  • Dengeki Bunko: Fighting Climax (PS3) – 8/8/9/8 [33/40]
  • Dengeki Bunko: Fighting Climax (PSV) – 8/8/9/8 [33/40]
  • Marginal #4: Idol of Supernova (PSV) – 8/7/7/7 [29/40]
  • Marvel Disk Wars: Avengers – Ultimate Heroes (3DS) – 6/7/8/7 [28/40]
  • One Piece: Super Grand Battle! X (3DS) – 7/8/8/7 [30/40]
  • Oukoku no Douguya-San (3DS) – 8/8/8/7 [31/40]
  • Pinch 50 Renpatsu!! (3DS) – 6/7/7/7 [27/40]
  • Pro Evolution Soccer 2015 (PS4) – 9/9/9/10 [37/40]
  • Pro Evolution Soccer 2015 (XBO) – 9/9/9/10 [37/40]
  • Pro Evolution Soccer 2015 (PS3) – 9/9/9/10 [37/40]
  • @Simple DL Series Vol. 33: The Nekketsu! Honoo no Ramen Shop (3DS) – 7/6/7/7 [27/40]
  • Sunset Overdrive (XBO) – 9/9/9/9 [36/40] 
  • Touch Detective: Funghi Rhythm (3DS) – 8/7/6/6 [27/40] 

sabato 1 novembre 2014

Recensione Alien: Isolation

Finalmente giustizia è fatta!


















Ma da quando aspettavamo un nuovo gioco ben fatto sull'alieno xenomorfo partorito dalla mente di H.R.Giger (riposa in pace)? Io personalmente dal 1993, anno in cui giocai e finii (non so come) Alien³ per Super Nintendo. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti e tante bestemmie ho tirato trovandomi di fronte tie-in e adattamenti fatti da cani, non ultimo l'orripilante Alien: Colonial Marines, raro caso di sub appalto nel mondo dei videogiochi, manco fossimo in un cantiere edile. Questa volta SEGA ha saggiamente (ma col senno di poi è facile dirlo) affidato a Creative Assembly il difficile compito di  creare qualcosa di quanto meno giocabile e il risultato va ben oltre le più rosee aspettative. A prescindere dall'aspetto tecnico, per altro ben curato, il pregio principale di Alien: Isolation è quello di riuscire a trasmettere la paura, l'ansia e il senso di impotenza nell'avere un alieno irascibile e quasi invincibile a pochi passi da noi. Nel gioco umani e androidi si possono combattere e uccidere ma quando appare l'alieno è meglio trovare un nascondiglio sicuro da cui seguire le sue mosse. Anche quando si viene equipaggiati di un lanciafiamme, utile per intimorirlo e farlo scappare (sempre che non finisca il carburante sul più bello),  il senso di oppressione è tale che, quando si riesce a farla franca, viene voglia di fare il gesto dell'ombrello a quel coglione di alieno. Bello, bello, bello, e a me i giochi stealth manco piacciono.
VOTO 8.5/10

Recensione TMNT: La Minaccia del Mutageno

Ovvero da oggi mi metto anche io a programmare giochi!

















Ahahahahaahahahahahahahahah, ma cos'è sta immondizia? Come pensano di poterla vendereeeeeeeeeee? Come è possibile concepire sul finire del 2014 un gameplay così ripetitivo e trita marroni? L'inutile numeretto del PEGI in copertina avverte che bisogna avere almeno dodici anni per giocare questo titolo ma non spiega che se, inavvertitamente, lo regalate ad un dodicenne normale probabilmente sarete picchiati e torturati.
La cosa strana è che i Wayforward Games sono anche abituati a fare bei giochi, è vero però che ci hanno regalato perle come I Puffi 2 e Double Dragon Neon, ma qui proprio non vedo nulla da salvare.
VOTO 2/10

Ha fatto boom... ma non poteva aspettare ancora un po'?


Ok, non c'entra nulla con metal e videogiochi ma aspettatevi anche questi miei pensieri. Allora, dicevo, è esplosa in cielo la SpaceShipTwo, una delle carrette che, secondo Richard Branson, numero uno della Virgin Galactic e uomo pieno di soldi, dovrebbero portare i suoi ricchi clienti a spasso nello spazio. Una lista di circa 700 fessi pronti a buttare parecchi soldi per un biglietto, tra i quali pare ci siano anche Lady Gaga e Justin Bieber. Ecco... ma se doveva esplodere e uccidere un innocente pilota perchè non aspettare che almeno a bordo ci fossero i due dementi.

Sensazioni Overdrive


N.B. Questa non è una recensione, in quanto non posseggo Xbox One, ma solo delle considerazioni tratte in base a filmati e prove fatte da amici, parenti e conoscenti.  A tal proposito ringrazio Federico per avermi gentilmente concesso il suo video.

Sunset Overdrive è la nuova esclusiva per Xbox One di Insomniac Games, famosi sopratutto tra gli utenti Sony per la serie Ratchet & Clank. Chiamati alla riscossa dopo il dimenticabile Fuse, i ragazzi insonni paiono aver centrato il bersaglio, lo testimonia il buon voto (82) di metacritic, ma per i miei gusti il risultato ottenuto mi sembra un po' troppo confusionario. Grafica ed atmosfera mi sembrano molto azzeccate ma il gameplay, con tutte queste superfici da grindare in stile Tony Hawk per sfuggire ai nemici, mi appare troppo forzato. Sarà che odio gli skate ma ho paura che potrebbe venirmi a noia molto in frettaProvatelo e fatemi sapere.

Recensione The Evil Within

Shinji Mikami è pazzo ed in questa opera prima della neonata Tango Gameworks ha messo tutta la sua follia
















Sicuramente avrete letto in giro che questo gioco ha un sacco di difetti: graficamente traballante, bande nere, scatti a volontà in alcuni frangenti, storia sconclusionata e altre nefandezze. Si, questi difetti sono reali ma non vi hanno detto che The Evil Within è divertente, molto divertente, ed è quello che cerco in un videogioco. Le similitudini con Resident Evil 4 si sprecano, molti scenari e innumerevoli situazioni sanno di già visto e giocato ma sarà difficile lasciare il pad prima di aver visto le scene finali.
VOTO 8/10

Recensione Lordi - Scared Force One

Lordi - Scared Force One

Tracklist:
01. SCG7: Arm Your Doors And Cross Check
02. Scare Force One
03. How To Slice A Whore
04. Hell Sent In The Clowns
05. House Of Ghosts
06. Monster Is My Name
07. Cadaver Lover
08. Amen’s Lament To Ra II
09. Nailed By The Hammer Of Frankenstein
10. The United Rocking Dead
11. She’s A Demon
12. Hella’s Kitchen
13. Sir, Mr. Presideath, Sir


Una merda, ecco come definire la nuova fatica dei finlandesi Lordi. Tredici canzoni di una desolazione unica, da cui si salvano giusto un paio di episodi, Hell Sent In The Clowns in particolare ha un ritornello orecchiabile. Per tutto questo ho solo due spiegazioni: probabilmente i componenti della band hanno speso meno tempo nel songwriting di quello impiegato nel truccarsi oppure hanno semplicemente finito le idee. In questo caso il mio consiglio è quello di assumere qualcuno che sappia scrivere canzoni e riff decenti, perchè continuando su questa linea i Lordi finiranno per rovinare quel poco di buono fatto agli esordi.
VOTO 4/10