sabato 1 novembre 2014

Recensione Alien: Isolation

Finalmente giustizia è fatta!


















Ma da quando aspettavamo un nuovo gioco ben fatto sull'alieno xenomorfo partorito dalla mente di H.R.Giger (riposa in pace)? Io personalmente dal 1993, anno in cui giocai e finii (non so come) Alien³ per Super Nintendo. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti e tante bestemmie ho tirato trovandomi di fronte tie-in e adattamenti fatti da cani, non ultimo l'orripilante Alien: Colonial Marines, raro caso di sub appalto nel mondo dei videogiochi, manco fossimo in un cantiere edile. Questa volta SEGA ha saggiamente (ma col senno di poi è facile dirlo) affidato a Creative Assembly il difficile compito di  creare qualcosa di quanto meno giocabile e il risultato va ben oltre le più rosee aspettative. A prescindere dall'aspetto tecnico, per altro ben curato, il pregio principale di Alien: Isolation è quello di riuscire a trasmettere la paura, l'ansia e il senso di impotenza nell'avere un alieno irascibile e quasi invincibile a pochi passi da noi. Nel gioco umani e androidi si possono combattere e uccidere ma quando appare l'alieno è meglio trovare un nascondiglio sicuro da cui seguire le sue mosse. Anche quando si viene equipaggiati di un lanciafiamme, utile per intimorirlo e farlo scappare (sempre che non finisca il carburante sul più bello),  il senso di oppressione è tale che, quando si riesce a farla franca, viene voglia di fare il gesto dell'ombrello a quel coglione di alieno. Bello, bello, bello, e a me i giochi stealth manco piacciono.
VOTO 8.5/10

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