sabato 8 novembre 2014

Recensione Pro Evolution Soccer 2015

Tanto bestemmiò che, alla fine, piovve!

















Finalmente ho messo le mie manone su PES 2015! Quest'anno alla Konami hanno deciso di posticipare l'uscita a novembre per non scontrarsi col titolo rivale FIFA 15 che, spiace ammetterlo, è da parecchie edizioni che batte il mio gioco di calcio preferito, praticamente tutte quelle uscite su Xbox360/PS3. Scelta giusta e condivisibile avevo pensato, meno concorrenza e, uscendo dopo la fine del calciomercato, avremo finalmente le rose aggiorn... uhm, Balotelli ancora al Milan, Di Maria tra le fila del Real, Falcao al Monaco... Vabbè, pazienza, l'unica cosa da fare è darci sotto con l'editor, in attesa di qualche file opzioni o patch che aggiornino trasferimenti e mettano riparo all'altra grave mancanza storica di PES, le licenze. Mi sta bene voler strizzare l'occhio ad altri mercati, mi piacciono il campionato argentino e quello brasiliano, ma che me ne faccio se poi quello inglese ha, come sempre, la maggior parte delle squadre inventate e la bundesliga è inesistente se non per le squadre che partecipano alla Champion's League? Come appena detto la palla qui passa ai modder, la base su cui lavorare c'è e vedremo anche se sarà possibile aggiungere i tatuaggi ai corpi dei giocatori. Non so se questa assenza sia da imputare ad una pecca del Fox Engine, alla mancanza di tempo, come la pioggia nella passata edizione, ora implementata con discreti risultati, oppure ad una crociata di qualche programmatore cristiano che lavora alla Konami perchè, lo saprete benissimo, i tatuaggi sono una tecnica di consacrazione a quel simpaticone di Satana. Misteri e scherzi a parte, vedere la pelle di un giocatore tatuato a caso, facciamo Vidal, linda e pinta stona con la cura maniacale usata nel ricreare le sembianze dei calciatori. Ovviamente non aspettatevi di riconoscere un calciatore militante nella Serie B italiana ma, a parte qualche rara eccezione, in questo campo PES 2015 batte FIFA 15 per manifesta inferiorità. Anche i campi di gioco appaiono ben curati, non so se le possibilità di scelta tra campo bagnato o asciutto ed erba tagliata corta o alta possano incidere ma credo di averli visti rovinarsi nel corso della partita. Ma di questo non sono sicuro, potrei essermelo sognato mentre incredulo, con Robben, ubriacando i difensori avversari e saltandoli come birilli, mi involavo verso la porta del povero Casillas e lo fulminavo con un sinistro potente e chirurgico allo stesso tempo. Incredulo perchè finalmente, com'è giusto che sia, si può dribblare un avversario senza per forza dover padroneggiare il sistema di finte con lo stick analogico destro, ma solamente usando sapientemente i cambi di direzione e il tasto della corsa. Finalmente i difensori non sembrano automi che intercettano la palla sempre e comunque, finalmente se sbagliano il tempo dell'intervento e vengono superati non ti recuperano in maniera innaturale, se poi controlli un tipino alla Rooney ti possono solo sparare. L'essenza stessa di PES è quindi tornata ma in questa nuova edizione è ampliata e migliorata dal fattore stanchezza. Non so voi, ma per quanto mi riguarda con i vecchi PES/WE per PS2 o Wii, nelle sanguinarie sfide tra amici eravamo soliti giocare con le regole tipiche del calcio vero della metà degli anni sessanta, ovvero nessuna sostituzione, a parte ii casi di infortunio o espulsione (ma molti se ne infischiavano anche di queste eventualità). In PES 2015 questa regola è stravolta, perchè al settantesimo molti giocatori saranno cotti e pascoleranno per il campo, sarà quindi necessario e vitale usufruire di qualche cambio. Certo che dei menù più funzionali per gestire squadra, tattiche e sostituzioni sarebbe cosa assai gradita ma, forse, ai giapponesi piace complicarsi la vita. Per il resto, dalla prima vent... facciamo trentina di partite fatte, si notano subito i grossi passi in avanti (diciamo più dei balzi alla Carl Lewis) rispetto all'acerbo PES 2014: le animazioni sono migliorate, ora i movimenti sono più fluidi e la risposta ai comandi più immediata ma sopratutto è scomparso quell'antiestetico strattonarsi spalla a spalla all'infinito dei due giocatori che entravano in contatto. I portieri mi sono sembrati piuttosto reattivi tra i pali (Neuer e Courtois a volte paiono dei polipi), specie nei tiri da fuori area, gli arbitri, al solito, a volte lasciano correre un fallo palese per poi  subito dopo sanzionarne uno meno grave con un cartellino, comunque nel complesso dirigono bene. Altra cosa particolare è che le partite possono protrarsi ben oltre il tempo del recupero, ad esempio in una partita con 4 minuti di recupero era il 98' quando l'arbitro ha fischiato la fine. L'audio presenta, forse per la prima volta (ripeto con PES 2014 non ci ho giocato) le urla dei giocatori quando vengono azzoppati da un avversario, a questo punto manca solo il sangue e siamo a posto. Peccato che il commento in italiano non sia assolutamente all'altezza... dopo anni con l'accoppiata Pardo/Nava tocca ora a Caressa coadiuvato dallo zio Bergomi e non credevo di dover rimpiangere i primi due. Pillole pre partita che fanno venire l'orticaria dopo la terza gara, poche frasi pronunciate senza nessuna enfasi, davvero sembra che tutto progredisca mentre i doppiaggi dei giochi sportivi restino uguali o, addirittura, regrediscano. Non l'avrei mai detto ma quasi rimpiango le agghiaccianti telecronache di Giacomo Bulgarelli e Massimo Caputi e comunque io rivoglio Jon Kabira, solo lui è degno di commentare Winning Eleven o PES, solo le sue esclamazioni completavano un gameplay che gasava già di suo.
VOTO 8.5/10


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