venerdì 28 novembre 2014

Recensione Biohazard HD Remaster

Ri-ri-benvenuti al survival horror! Resident Evil è diventato maggiorenne e Capcom, sempre a caccia di guadagni facili e con poca fatica, festeggia l'evento regalandoci il remaster del remake di un capolavoro.















Facciamo un po' di ordine, nell'ormai lontano 1996 Shinji Mikami si ispira a titoli come Sweet Home e Alone in the Dark e con Resident Evil per PlayStation conia il termine survival horror. Nel 2002 ne crea un remake per Gamecube che, usufruendo della maggiore potenza disponibile, risulta ovviamente una gioia per gli occhi e allo stesso tempo rinnova, senza stravolgere, il titolo originale. Vengono aggiunte delle zone inedite da esplorare, alcune delle quali tagliate durante la lavorazione dell'episodio per PlayStation, e cambiati buona parte dei puzzle. Inoltre si fa la conoscenza di nemici, come i Crimson Head, e vengono introdotte novità che svecchiano un poco il gameplay, tipo la possibilità di dare fuoco ai nemici (ripresa da Mikami in The Evil Within) o l'uso delle armi difensive. Mikami stesso arrivò a dire che per il 70% erano due giochi diversi, come non credergli? Ora è il turno di questo Biohazard HD Remaster (da noi uscirà come semplice Resident Evil) e, a ben vedere, le uniche novità introdotte in questo remaster sono una grafica ancora più dettagliata, con la possibilità di scegliere il formato dello schermo tra il classico 4:3 e il widescreen, i costumi extra della BSAA e, udite udite, la presenza di nuovi comandi, che affiancano quelli legnosi, irritanti e spesso senza senso dell'originale, specie a rigiocarci ora. Spesso mi sono imbattuto in persone che non avevano avuto la fortuna di giocare RE su PlayStation, vuoi perchè all'epoca ancora bevevano il latte coi biscotti Plasmon dal biberon (oddio, io lo faccio ancora oggi), vuoi perchè all'epoca i videogiochi erano ancora un passatempo di nicchia rispetto ad oggi, e recuperandolo in tempi recenti erano rimasti piacevolmente attratti dal gameplay nudo e crudo ma si erano arenati contro il muro insormontabile dei controlli. Ma adesso, anche se i nostalgici possono tilizzare quello classico semplicemente usando la croce digitale, finalmente Chris e Jill seguono le indicazioni che diamo loro con lo stick analogico e anche se nei cambi di inquaratura può esserci un attimo di smarrimento, basta fermarsi un secondo e poi ripartire secondo logica.  Con questa novità il cerchio si chiude, non si hanno più scuse e giovani e meno giovani potranno giocare o rigiocare un vero classico, la vera essenza del survival horror, prima che il gioco Capcom prendesse la deriva action che l'ha portata ad essere non dico una serie brutta ma sicuramente diversa. VOTO 8.5/10

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